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Amicizie internazionali

Quanto sarebbe bello se i nostri figli potessero fare amicizie internazionali in vacanza anche all’età di soli 9 anni? Beh ti sembrerà strano ma è possibile.

Ti ricordi ancora le tue amicizie estive dell’infanzia? Hai mai conosciuto bambini stranieri quando eri in vacanza con i genitori da bambina/o? Com’è stata la tua esperienza? Sicuramente se a soli 9 anni sapevi parlare l’inglese o una seconda lingua molto bene, sarà stata molto positiva. Saresti uno di questi casi eccezionali però, perché credo che fosse molto raro, 20/30 anni fa, sapere bene la seconda lingua a soli 9 anni. Però potresti essere tra i pochi fortunati ad avere ricevuto un’educazione bilingue per essere nato in un paese straniero o in una zona bilingue (Aosta, Bolzano ecc.) oppure avere un genitore di origine straniera o ancora un genitore insegnante di una lingua straniera che te l’abbia trasmessa fin da piccolo/a.

Io a 9 anni l’inglese non l’avevo ancora cominciato a scuola. Sono della classe del 1977 e al tempo l’inglese alle elementari ancora non si cominciava. L’ho quindi iniziato solo in prima media, anche se un’idea di che lingua fosse ce l’avevo dalle canzoni: erano gli anni di Madonna e Michael Jackson (tra le prime musicassette che mi feci regalare  “Like a virgin” e “Bad”😊 …).  Quindi anche se avessi avuto l’occasione di incontrare una/o bambina/o di un'altra nazionalità in vacanza (non ricordo che sia mai capitato), non sarei comunque riuscita a comunicare in altra lingua se non l’italiano.

Per mia figlia la situazione è fortunatamente diversa! Questo non certo perché adesso l’inglese si inizia alle elementari (oppure alcuni fortunati fanno qualcosa alla scuola materna), ma perché io ho avuto la costanza di trasmetterle questa lingua fin dalla nascita. Anche perché, vogliamo parlare dell’inglese che si fa a scuola? Cosa avrebbe potuto dire alla sua amichetta se non” What’s your name?” E “How old are you?”. Probabilmente con un inglese scolastico si sarebbe fermata a queste domande e neanche sarebbe riuscita a chiedere che classe fai.

Invece mia figlia, quest’estate, mentre eravamo in vacanza in Toscana, ha fatto amicizia con una bimba scozzese. L’ha scelta lei questa amica. Mia figlia è un po’ “picky” (esigente) con le sue amicizie. Non ha difficoltà a fare amicizia ma non le va di fare amicizia con chiunque, seleziona le sue amiche con cura. E per qualche motivo questa bambina le ha fatto simpatia o l’ha attirata in qualche modo, più di altri bimbi che aveva incontrato nella piscina del residence dove alloggiavamo. Forse perché anche Cara, la scozzese, stava in acqua per ore quando era in spiaggia, esattamente come mia figlia Irene. Ad ogni modo è stata proprio Irene ad attaccare bottone, a presentarsi e a chiederle il nome, e quando ha capito che la bambina parlava un’altra lingua non ne è stata intimorita, ma anzi è stata ancora più invogliata ed incuriosita a conoscerla meglio. E non si è spaventata neanche davanti al forte accento scozzese a cui non è abituata e che io stessa faticavo a capire! 

E così sono diventate amiche e hanno trascorso il resto delle vacanze assieme, molto contente l’una dell’altra. Entusiaste di poter giocare insieme e di avere qualcuno con cui condividere quella vacanza. Ed ora prosegue una bella amicizia a distanza, con videochiamate quando possibile. Ed Irene non vede l’ora che sia la prossima estate con la speranza di re-incontrare Cara, nel caso i suoi genitori riescano a tornare in Italia, come ormai fanno da un po’ di anni.

Non posso nascondere che questa sua amicizia estiva mi ha molto rallegrata. Non solo perché aveva un’amica con cui giocare, ma soprattutto perché è come se avessi visto, tutto in una volta, il frutto dei miei sforzi e del mio impegno di questi ultimi 9 anni! Ma anche il mio desiderio per il suo futuro, quello di raggiungere un bilinguismo che le consenta di essere serena, sicura ed autonoma nell’uso della lingua, arrivare già ad un’importante svolta. Non è la prima volta che mi figlia se la cava egregiamente con l’inglese; e quindi non è che mi mancassero i momenti in cui ero stata orgogliosa di lei e soddisfatta di me stessa, però questa amicizia ha rappresentato un piccolo nuovo traguardo per lei e per la sua autonomia nel parlare la seconda lingua. Forse perché si trattava di un’estranea con cui è riuscita a fare amicizia, e anche perché, essendo scozzese, aveva anche la difficoltà del nuovo accento da capire.

Questo piccolo traguardo è sì il risultato di anni di impegno, ma io non sono “WonderWoman” (anzi tutto il contrario) e se ci sono riuscita io puoi farcela anche tu! Che sia in inglese o con un'altra lingua che parli bene o con cui ti senti sicura e capace, sia che tuo/a figlio/a abbia 1 mese, 1 anno o 9 anni. Non è mai troppo presto o troppo tardi per cominciare! Segui il mio blog e ti guiderò in questo percorso. Se poi vuoi una consulenza più personale non esitare a contattarmi!